L’uscita di oggi è da considerare prevalentemente di tipo culturale. Il viaggio lungo, con qualche piccolo inconveniente nel traffico di Viterbo, ci ha ripagato con la meravigliosa panoramica che ci è apparsa dal Belvedere di San Francesco Vecchio, antistante l’antico borgo.
La città fu fondata dagli Etruschi 2.500 anni fa circa e situata in una posizione difendibile ma non era difficile da raggiungere. Oggi appare situata sulla cima di un colle tra le vallate formate dai torrenti Chiaro e Torbido, arroccata su uno sperone di roccia sovrastando l'ampia conca increspata dai calanchi. L’ isolamento é il risultato di una inarrestabile erosione che vede lo sperone tufaceo progressivamente assottigliarsi su un sottostante strato argilloso anch'esso instabile poiché per la sua natura geologica é destinato a subire l' azione erosiva degli agenti atmosferici che lo modellano nelle tipiche forme dei calanchi - piccoli bacini delimitati da creste e pinnacoli creati dall' azione dilavante della pioggia sull' argilla.
Dai pochi documenti reperiti risulta che Civita di Bagnoregio e Bagnoregio fossero due contrade di una stessa città che fino al XI sec. era denominata Balneum Regis. La leggenda vuole che a darle questo nome sia stato Desiderio, re dei Longobardi ( 756-774 DC), guarito da una grave malattia grazie alle acque termali presenti nella città.
Sotto il belvedere di San Francesco Vecchio si trova la cosiddetta grotta di San Bonaventura, tomba a camera etrusca trasformata nel medioevo in cappella per le orazioni, dove S. Bonaventura narra che S. Francesco guarì con un miracolo il piccolo Giovanni Fidanza. Civita inizia la sua parabola discendente dopo il terremoto del 1695, che provocando gravi danni alle strade e agli edifici, costrinse molti abitanti a lasciare la città. Il susseguirsi di altri terremoti con conseguenti frane e smottamenti che rischiarono di far restare Civita completamente isolata, contribuì ad incrementare il trasferimento della popolazione altrove, fino ad un quasi totale abbandono.
Raggiunto l’inizio dell’unica via di accesso all’antico borgo, qualcuno ha manifestato delle perplessità nell’attraversare l’unica via sopraelevata che domina un magnifico panorama.
Sulla Porta di Santa Maria due leoni in pietra basaltica che tengono teste umane tra le loro zampe a ricordo della vittoria del popolo di Civita nel 1457 sui Monadelschi.
All’interno un particolare borgo con negozi caratteristici di prodotti locali e tipiche trattorie ci riportano indietro nel tempo quasi all’epoca del Medio Evo.
Carmelo Melia